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Sono un web product manager [ogni volta che mi fanno questa domanda mi chiedo perchè non ho fatto un mestiere che ha una definizione semplice e puntuale. Che sò: idraulico, giardiniere, falegname, dottore, avvocato...]. Lavoro da un paio di anni in Banzai Consulting e sono appassionato della mia professione. Questo blog è nato per pura deformazione professionale ed oramai mi ci sono affezionato ;-)

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Amplificazioni mediatiche
Si parla di bullismo in questi giorni come se improvvisamente tutti i ragazzi delle scuole si fossero trasformati - colpiti da un virus che ha alterato i loro comportamenti - in mostri aggressivi e pericolosi che maltrattano e picchiano i loro coetanei.
Si parla in questi giorni dell'esplosione di violenza a Napoli come se nell'ultimo mese la Camorra avesse preso il sopravvento nella città mettendola a ferro e fuoco.
Numerosi sono gli argomenti trattati ormai solo in modo sensazionale dai Mass Media (vedi ad esempio la morte di Mario Merola) che con velocità supersonica passano attraverso la tv, la radio, i giornali, i telefoni cellulari, i computer fino a raggiungere i nostri sensi sempre più pigri e passivi. Con la stessa rapidità con cui sono entrati nella nostra vita (ir)reale svaniscono o forse si collocano nell'oblìo delle memorie collettive digitali.
Dove sono finiti i ragazzi dei sassi dai cavalcavia? Quelli che lanciavano pietre enormi sulle auto in corsa sull'autostrada? In tutta Italia era esplosa un epidemia? Ricordate? Era una rara sindrome che in gergo si chiama "lancia il sasso dal cavalcavia e scappa". Se solo i mezzi di comunicazione non avessero lanciato la Notizia forse le forze dell'ordine avrebbero condotto delle indagini rapide e arrestato il gruppo di ragazzi che aveva commesso il fatto. E invece la Notizia è finita sulle prime pagine di tutti i giornali, nei TG di prima serata. Da quel momento si è dilagata l'epidemia: tutti lanciavano sassi dai cavalcavia come fosse uno sport nazionale riconosciuto dal CONI!
Ironia a parte ho la sensazione di vivere in un reality show dove tutto succede come se fosse finzione-reale. Forse sono un pò troppo apocalittico ma in Italia sta esplodendo l'ennesimo caso mediatico dovuto ad una incapacità di relazione tra il mittente e il ricevente. Google e in particolare il portale Google Video sono stati citati in tribunale per il video girato con un telefonino che riprendeva il ragazzo con la sindrome di down che veniva maltrattato dai suoi compagni si scuola...
Non voglio entrare nel merito dei fatti, della notizia, del caso ma solo dell'aspetto mediatico e non posso far altro che citare il mio amico Andrea Campanozzi:

"...Io rifletto sul fatto che la dimensione storica di un avvenimento, durante il suo svolgersi, cioè nella contemporaneità, è oggi risolta nella dimensione pubblica; e la dimensione pubblica è dispiegata dai media.
I media mettono in scena i criteri interpretativi di un fatto. Ecco perché, in certa misura, le cose non accadrebbero - cioé non accadrebbero così come le conosciamo - se i media non ne parlassero..." (Il Posto dei Funghi dal post Un Cosiglio )

In pratica un evento solo se finisce nell'Agenda Setting dei Mass Media diventa la Realtà di noi tutti per il semplice fatto che l'immaginario collettivo viene rappresentato soltanto dalla Cultura Massmediatica. I ragazzi che aggrediscono quelli più deboli sono sempre esistiti nelle scuole, nella parrocchia, al parco ma non veniva amplificato dalla Televisione Nazionale o ancora di più da un Portale Internet che potenzialmente può essere visto dal mondo intero. Un caso del genere pochi anni fa si sarebbe risolto in modo circoscritto con l'intervento dei genitori e dei docenti. Oggi invece l'opinione pubblica sta andando a caccia di bulli rendendoli famosi e noti.
E quindi? Ora le istituzioni, la politica in genere si prepara ad intervenire per controllare le coscienze, per filtrare la comunicazione, per salvaguardare i minori o i soggetti più a rischio.
Il problema non sarà risolto fino a quando non ci sarà la capacità di relazionarsi in modo critico all'universo mediatico , con cognizione di causa cioè con le competenze necessarie per distinguere la finzione dalla realtà. Tali competenze dovrebbero essere acquisite nei primi anni dell'infanzia attraverso la presenza dei genitori ma soprattutto attraverso specialisti della comunicazione che insegnino modalità di fruizione e tecniche di apprendimento.

Comments (6)

Tanto per confermare la mia tesi...
Leggete l'articolo su Punto Informatico relativo al video presente sempre su Google del tizio che corre sull'autostrada in moto a 250 KM\H http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1783723

Ha trovato lavoroooooo!!!!!

Si, è vero: oggi è tutto amplificato e le notizie nel bene e nel male arrivao dritte a chi le vuole sentire e a chi si trova semplicemente sottotiro.... ma non credo che senza oggi i ragazzi lanciatori di sassi sarebbero di meno se non se ne fosse parlato così tanto..

Forse non ci sarebbe sta l'emulazine. ..

I media influiscono sulla realtà in quanto sono parte stessa della realtà, a volte l'amplificano,certo, ma pian pianino si cominciano a capire anche a livello di massa i meccanismi della comunicazione mediata.
Prima erano i giornali ed il passaparola ora ci sono tanti altri media.
Più che agenda setting sembra ci sia una schizofrenia mediatica, ad per il bullismo c'è chi è contro e chi è a favore del telefonino (http://www.apogeonline.com/webzine/2006/11/22/25/20061122251124).

Per "educare" (che parolone!) ai media ci vogliono gli educatori e quelli (per lo meno da noi) si stanno formando ora (iniziano a spuntare corsi universitari e laureati in media education)

http://www.medmediaeducation.it

siamo a rischio di overflow da informazione....

Per colpa del mezzo televisivo esiste Costantino, non dimentichiamocelo!