Tags digital generation , digital media , Libro mondo , Media Culture , scandalo italiano , web 2.0 , web 3.0 , Web Culture
...È come se in Italia ci fosse una separazione priva di senso tra un "mondo di prima" che continua a vivere e funzionare con gli stessi canoni e gli stessi tempi del secolo scorso, e un "mondo di dopo" che non si manifesta più nei contesti del secolo scorso che in Italia non si sono mai evoluti: i giornali, la televisione, la politica. Il primo mondo ha tra i suoi contenuti prevalenti la serata di Miss Italia, gli articoli sulla morsa del gelo e le statuette del presepe, la Commissione di Vigilanza Rai e la paura del nuovo: nelle sue frange più avanzate va su internet per leggere Dagospia su Miss Italia e sulla Vigilanza Rai, o su Facebook perché gli hanno detto che da quelle parti si cucca. È un mondo che ha il mito del passato e che una volta sapeva fare altre cose, e alcune anche bene...Sono rimasto colpito da questo articolo di Federica Cocco uscito sul primo numero di Wired Italia: è una visione dell'Italia molto interessante e forse estremamente vera.
...La cosa più formidabile capitata a un paio di generazioni in questo decennio è stata lo scoprirsi, il riconoscersi, e trovare un mondo nuovo a propria misura, senza doverne occupare uno esistente e dovercisi adattare. Se non c'è stato scontro generazionale negli ultimi vent'anni, è perché i nuovi arrivati si sono diretti altrove e hanno lasciato gli altri là dove stavano: bene o male che sia...
sono d'accordo con te, bell'articolo, tranne che per quel baby e quel fratello che fanno tanto posa giovanilistica. noi del mondo di dopo l'abbiamo superato, credo, il bisogno di usare un linguaggio trendy per sentirci nel mondo di dopo :) non glielo commento sotto all'articolo solo per rispetto di tutto quanto ha scritto