Non ci siamo proprio. Ieri ho partecipato al primo appuntamento dello Iab a Roma. Lo spazio espositivo era decisamente più ridetto rispetto a quello di Milano ed era più incentrato sulle tavole rotonde che affrontavano vari argomenti. I soliti argomenti...internet è il nuovo media dove si investe di più, che ci sono i blog, i blogger, i social network, che l'unico limite è la fantasia per creare campagne pubblicitarie o modelli di business vincenti. Questo veniva detto da manager-venditori di grandi gruppi come Virgilio, Microsoft, Telecom etc. Il discorso tra le righe era "noi siamo dei grandi portali generalisti, siamo la preistoia del web, siamo dei mammut con grandi numeri in termini di utenza e anche grandi costi quindi investite su di noi altrimenti andiamo falliti" Il popolo della rete è diverso da quello della tv, della radio e della stampa. Un ragazzo di 12 anni nel 2008 non legge il corriere della sera e credo non lo leggerà mai. I mezzi di cui dispone per ricevere informazioni è profondamente cambiato per semplicità e rapidità. Non solo quell'informazione la può valutare, commentare oppure modificare dando il suo contributo. E' possibile creare un canale sul web potenzialmente rivolto al milioni di utenti con dei costi prossimi allo zero e ci sono dei casi eccellenti di idee che hanno reso milionario ad esempio un 20enne appassionato e smanettone. Il paradigma è cambiato il fruitore è anche creatore ed è critico, intelligente ed esigente. Non si fida più della fonte istituzionale ma cerca fonti al suo livello che partono dal basso. Ma ieri purtroppo allo IAB FORUM DI ROMA ho assistito alla solita inadegutezza italiana in questo settore. Manager incravattati navigate sul web fuori dai confini e dal vostro orticello e smettetela di stare davanti alla tv ad ascoltare le baggianate di Bruno Vespa sul web (leggete il post di Luca Lani)